Alice Capelli

Corpo e tracce

Alice Capelli è un’artista che si occupa di pittura, scultura e performance. Attraverso le sue opere riflette sulla sessualità concentrandosi sull’importanza del corpo e della sua relazione con il mondo, con la volontà e l’esigenza di sensibilizzare sul tema.

fotografia di performance con il corpo
performance “Strapparmi la buccia”

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Mi chiamo Alice Capelli, sono nata a Lodi nel 1997 e vivo a Milano da tutta la vita. 

-Di cosa ti occupi?

Realizzo opere di pittura, performance e scultura.

INTERESSI

– Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito? 

Ho un rapporto un po’ particolare con la musica; ci sono periodi in cui non riesco ad ascoltarla perché sono  rigida o severa con me stessa ed altri in cui ne sono totalmente ossessionata e non potrei vivere senza (per intenderci  quando ascolto musica…Nel quartiere di Milano in cui vivo e non solo, sono conosciuta perché vado in giro per le strade con un microfono e la cassa, canto e ballo coinvolgendo anche altre persone, ho una personalità solare e allegra).
Mentre dipingo un quadro preimpostato da composizione e progetto ho bisogno di silenzio, al contrario se realizzo, per esempio, una scultura di cui sperimento la tecnica,  utilizzo il lattice da attaccare alla tela o progetto performance, la musica è la miglior compagna. Non è una questione di concentrazione, bensì di come mente e corpo si relazionano all’opera, rispettandone l’entità  (fluida, dinamica, eccentrica o inflessibile e austera).
Ascolto musica elettronica anni 80 come il gruppo New Order o musicisti attuali come Kungs o Purple Disco Machine. Il mio musicista italiano preferito è Cosmo; ma aldilà di queste preferenze, ascolto diversi generi musicali.

-Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

“Mon Roi” (2015) di Maiween Le Besco

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?

Le esibizioni che preferisco vedere fanno parte dell’arte contemporanea, per osservare e capire il mondo al di fuori di me. Sono di mio grande interesse gli artisti presenti e anche gli artisti emergenti. Impazzisco per le installazioni e l’arte che mi fa vivere un’esperienza, che mi tira uno schiaffo in faccia o che mi provochi riflessioni. 

Alcuni artisti che ammiro sono: Ernesto Neto, Chiara Camoni, Francesco Gennari, Loredana Longo e la pittura di Ambera Wellmann, Carol Rama, Massimo Campigli.
 Al contempo sono interessata all’Arte Preistorica e Antica, alle civiltà e a come i popoli si sono evoluti tramite la ricerca artistica. L’Arte per me è testimonianza di un passaggio effettivo degli esseri umani sulla terra, è qualcosa che rende eterna l’esistenza.

Tecnica: pigmenti, emulsione acrilica e pastelli morbidi su tela di cotone grezza. Luogo: “Tramestio” Palazzo Cusani
Corpo Sociale II

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

Il crepuscolo, quando avviene la trasformazione da giorno a notte.

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

Mia mamma ha lavorato per tanti anni nel settore moda e ha una forte personalità, mio padre per passione disegnava e trovavo affascinante come riuscisse a dominare la grafite realizzando immagini precise e delicate.Le loro energie e vibrazioni hanno provocato in me un forte desiderio di espressione e capacità di comunicare, attraverso diverse discipline artistiche come la danza e la pittura (anche se ogni tanto mi piace pensare che l’arte sia innata e che io porti avanti la ricerca artistica già da vite precedenti).

tecnica: emulsione acrilica, pigmenti e pastelli morbidi su tela
Se resta il sale sulle dita

Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata\o?
Da bambina, durante la frequentazione dell’asilo, avevo l’abitudine inconsapevole di disegnare corpi nudi maschili e femminili abbracciati; in uno di questi disegni l’uomo rappresentato aveva il pene in erezione e la donna lo abbracciava (disegno inconsueto in un asilo gestito da suore, vi lascio immaginare come possano aver reagito), avevo 5 anni e mia madre fu subito chiamata dalle maestre per capire come potessi disegnare a quell’età determinate figure. In famiglia abbiamo vissuto la nudità in maniera naturale, per me è sempre stato normale, era probabilmente frutto del mio inconscio. Mia madre le tranquillizzò.
Da quel momento non ho mai smesso di disegnare/dipingere situazioni d’amore, intimità, corpi.
La mia attuale ricerca analizza la sessualità attraverso “una riflessione più profonda sull’importanza del corpo, della sua relazione con il mondo e dei segni che ne esprimono il passaggio sulla terra, impronte, di una identità indiretta. Questa riflessione una conseguenza: la volontà e l’esigenza di una sensibilizzazione mirata nei confronti di quei nodi naturali e del tutto umani, che parlano della nostra essenza e della relazione con gli altri, che oggi non sono ancora stati sciolti.”

-Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori?

Erotismo: inteso come la spinta, il motore e il desiderio di creazione, la fame; e pazienza, intesa come delicatezza nell’accudire la superficie e nell’attesa delle asciugature (per la pittura).

-Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?

Sento  l’esigenza di portare avanti “il testimone” di altre/i artiste/i , studiando principalmente per creare un linguaggio personale e riconoscibile.

ferro, mutande e mollette, filo in plastica con anima in ferro emulsione acrilica, lattice e pigmenti su tele di cotone grezzo
Corpo Sociale I

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro? Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?

Spesso parto da un’idea con l’esigenza di comunicare l’interiorità attraverso la mia pelle presentandone i segni, le macchie e i resti. Da diverso tempo sto analizzando come dipingere attraverso le forme dei miei seni, natiche, mani, piedi(andando oltre al lavoro di Yves Klein) e come creare dei piani e una struttura dell’effettivo passaggio del mio corpo sulla superficie.
La ricerca è sempre in metamorfosi e ho sperimentato linguaggi differenti. E’ importante mettere il proprio lavoro in discussione e capire se può sopravvivere nel mondo, a confronto con le grandi Opere dell’Arte…Per questo spesso sento la necessità di migliorarmi e provare nuove sensazioni attraverso materiali diversi o figure e impostazioni differenti.

Ho un lavoro “ibrido” quindi dipende dal tipo di opera. Per la pittura prima di cominciare svolgo un’accurata scelta dei colori e decido il formato, inizio a lavorarci entrando in relazione con la superficie e tracciando delle linee attraverso il corpo e piano piano prende forma. Le sculture e le performance sono progettate e studiate (anche se in entrambi i casi l’imprevedibilità è la cosa che preferisco).

-Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?

I miei titoli sono  frasi inventate che richiamano il mondo erotico; gioco con alcune provocazioni o sapori (Viene il lago alle ginocchia, Quando mi fai la treccia alla fessa, Stracciatella) o il mondo educativo, istituzionale, “prese di posizione” (Corpo Sociale, Titolo mestruale, Strapparmi la buccia, Nota di addestramento a una giovane donna). I titoli li scelgo durante il processo creativo.

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?

L’opera finisce quando sento che non dev’essere più contaminata da me, quando ha raggiunto un equilibrio individuale.

performance a Palazzo Cusani durante la mostra “Tramestio” a cura di Michael Camisa e Sophia Radici (Milano 2021)
performance “Strapparmi la buccia”

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finchè non lo trovi?

Si mi capita di fermarmi durante il processo e ricominciare il giorno dopo se non ho il materiale giusto.

-Quale lavoro secondo te funziona di più rispetto agli altri?

“Le manie della cagna” (2021) opera pittorica che funziona maggiormente in base al progetto corpo-superficie. è cremoso, con la pittura acquosa e si percepisce il passaggio corporeo attraverso le dita e le mani.

Tecnica: pigmenti, emulsione acrilica, pastelli ad olio su tela
Le manie della cagna

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

 Parto sempre da un’idea. L’interesse del mio linguaggio è verso effetti rovinati, slavati, polverosi, che danno la sensazione di “tempo trascorso” Riferimenti agli affreschi antichi.
Il corpo diventa mezzo per determinare la presenza di un passaggio effettivo sulla terra (io sono stata e sono qui).
La pelle, rappresentata come corpo in lattice che pende dal quadro o resta attaccato alla tela diventando parte stessa del dipinto, parla di intimità, parla di identità di genere, di ambiguità sessuale e del rapporto con gli altri esseri umani.
Attraverso il mio linguaggio cerco una pittura delicata, sincera. Decido di mostrare alcuni errori, valorizzandoli. Segni, impronte e sbavature diventano protagonisti perché raccontano il processo che è realmente avvenuto sulla superficie, senza mascherarli con una finta perfezione

-Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Il percorso all’Accademia di Brera è stato prevalentemente positivo, ha alimentato la mia passione.. Ma purtroppo ho iniziato a toccare con mano il vero mondo dell’arte solamente dopo, senza l’aiuto dei docenti o della struttura. Purtroppo secondo me L’Accademia non fornisce la giusta preparazione per affrontare ciò che avverrà fuori. Se potessi tornare indietro studierei altrove. 

performance itinerante a Milano: caviglie legate da una corda di iuta; denuncia sociale nei confronti della cultura dello stupro
Nota di addestramento a una giovane donna

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

Il lavoro maggiormente apprezzato “Corpo sociale I”. Il lavoro che presenta meglio la mia ricerca è “Nota di addestramento a una giovane donna” dipinto e performance (2021). Il dipinto è il manifesto della performance (che ha lo stesso titolo)

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

Negli ultimi tre anni, grazie al mio profilo Instagram ho conosciuto artisti di età e culture diverse, ho scoperto diversi spazi espositivi, ho iniziato ad avere una piccola cerchia di persone appassionate d’arte e del mio lavoro e sono riuscita a vendere anche alcune opere. Grazie a Instagram (in particolare) ho conosciuto Michela Pastorello, fotografa con cui collaboro da più di un anno, lei scatta durante le mie esibizioni.
Ho utilizzato la mia pagina in modi diversi, sono una persona dinamica, cambio in fretta: in 3 anni ho cambiato il format del profilo almeno 5 volte. La cura del dettaglio è stata fondamentale, la ricerca cromatica del feed e la progettazione dei post…

Tutto questo fino a qualche mese fa quando, Instagram ha cambiato le sue Linee Guida, sono iniziate ad arrivarmi segnalazioni ai post come “Adescamento di adulti”, “Atti sessuali” ecc… Come dicevo, realizzo performance con il corpo e negli scatti realizzati durante le esibizioni, si vede il corpo nudo. Sono sempre stata attenta nel censurare le zone sensibili come capezzoli e genitali ma negli ultimi mesi c’è stato un accanimento sulle immagini postate da me, mi hanno addirittura rimosso un dipinto e molti scatti di body painting. C’è stato un momento in cui ogni giorno mi arrivava puntualmente la segnalazione di rimozione post e ciò ha causato lo shadowban. Ho raccontato questa esperienza perché voglio sottolineare quanto il social diventi fondamentale per lavorare e per farsi conoscere e quanto diventi un problema essere “ghostati” dalla piattaforma.

lattice e pigmenti su pelle
performance “Strapparmi la buccia”

-Sei stata a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Sono cresciuta a Milano, ho passato la mia vita in questa città. È nel mio sangue.
Ho avuto la fortuna di non essere “milanese” al 100%, ho influenze dalla Toscana (mia mamma è di Firenze) e mio papà ha familiari spagnoli (Madrid) , spesso ho cambiato aria e ho assorbito influenze diverse. Di Milano amo il crepuscolo, la primavera e come si accende la città con i colori freschi e armonici. Una città energica, eccentrica e dinamica come questa ha da sempre influenzato la mia produzione. Ho realizzato diverse opere grazie alla sensualità e all’erotismo milanese.

-Quali sono i progetti che non sei ancora riuscita a realizzare?

Sono laureata al triennio di Pittura in Accademia di Brera dal 2020, ho vissuto gli ultimi due anni seguendo la mia passione e il mio lavoro, ci sono stati momenti intensi, pieni di stimoli e altri momenti davvero difficili. Sto lottando ogni giorno per continuare ad avere fede, per non arrendermi, non ho alternative, l’Arte è la mia identità, la mia esistenza. Adesso desidero conoscere nuove realtà. Ho in mente di iniziare un nuovo percorso di studi per crescere come artista e avere nuovi strumenti e capacità. (lontana da Brera e dai suoi infiniti problemi)

performance itinerante a Milano: caviglie legate da una corda di iuta; denuncia sociale nei confronti della cultura dello stupro
Nota di addestramento a una giovane donna

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

Il mio obbiettivo è riuscire a vivere di Arte ed attraverso l’Arte.

-Cosa significa per te essere artisti oggi?

“Ad ogni tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”
Secondo me l’Artista ha il potere di scavare nei luoghi dell’esistenza, lasciare una testimonianza eterna di ciò che avviene nella società, comunicare le parti più fragili e nascoste della vita. L’artista ha il compito sostanziale e formale di sintetizzare le complesse verità del mondo e degli esseri viventi. Creare è un atto di grande responsabilità. L’artista può essere attento, delicato, rispettoso, silenzioso, paziente al contempo rumoroso, provocante e provocatorio, distruttivo, disinteressato o distaccato.
L’Artista è libero (con libertà intendo avere forte senso di responsabilità e grande coraggio per entrare in contatto con la propria interiorità, scavando in profondità ).

tre opere ad olio a parete
Trittico

Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri di Milano?

Tre artisti a Milano che stimo: Davide Ausenda, Loredana Longo, Michela Pastorello


Ringraziamo Alice per aver risposto alle nostre domande, potete continuare a seguirla  sul suo profilo Instagram .

Scopri altri artisti emergenti sulla nostra rivista Venticento Art Magazine.