Alessia Casubolo

Nostalgie epifaniche

Alessia Casubolo ci copre piano piano le palpebre, con le mani sporche di colore. Riapriamo ora gli occhi. I nostri ricordi si sono fusi tra di loro, hanno perso la loro forma originaria. I nonni ci tengono in braccio, sono vicini e lontani, distinti e confusi. Sono angeli forse. Un giradischi nella stanza accanto conosce le sue canzoni a memoria, ma la sua voce è sempre più fioca. Queste le sensazioni che si provano immergendosi nei lavori di questa giovane artista. Il ritmo che ci culla è quello interminabile di un pranzo di famiglia italiano. Il suono, quello della malinconia.

Opera di Alessia Casubolo, 1976, del 2022
1976″, 2022.

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Sono Alessia Casubolo, vivo a Busto Arsizio in provincia di Varese e ho 21 anni.

Frequento l’accademia di belle arti di Brera di Milano indirizzo Pittura.

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

INTERESSI

Mi piace molto la musica, suono la chitarra da quando avevo nove anni e  per molto tempo è stata la mia passione principale, ho sempre cantato e suonato fin dalla tenera età ed è qualcosa che mi ha segnato. Per i generi musicali non ho nessun tipo di preferenza, fra il liceo e lezioni di chitarra, una band che mi ha sempre ispirato particolarmente sono stati i muse.

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?

Una forma d’arte che sta prendendo piede in questi ultimi anni e che preferisco è sicuramente l’installazione, penso che sia molto più d’impatto e immediata rispetto ad altri medium nonostante non ho mai fatto nulla di simile. Per quanto riguarda gli  artisti che mi hanno indirizzato molto sono stati sicuramente: Gerhard Richter, Tracey Emin, Hans Peter Feldmann e Wolfgang Tillmans.

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica? 

Disegno fin da quando ho memoria, da piccola ricopiavo le illustrazioni delle parole crociate di mia nonna. Volevo fare questo, sarò sempre grata di aver avuto le idee molto chiare riguardo il mio futuro. L’intenzione di fare qualcosa di più serio in questo ambito è maturata verso la fine del liceo, dove ho sviluppato un senso critico e grazie a un mio professore e artista in particolare, Cesare Biratoni, sono arrivata all’idea che potevo intraprendere un certo tipo di percorso.

‘Senza titolo’ 2022
Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?

In realtà ho sempre le idee chiare su quello che andrò a fare, l’unico obiettivo che mi impongo è quello di fare qualcosa di più genuino e sincero possibile.

– Quand’è che senti che un tuo lavoro è finito?

Penso che nessun lavoro sia mai finito del tutto, c’è sempre qualcosa su cui si può ragionare meglio. In generale nella mia ricerca tutti i lavori sono l’uno il progresso dell’altro e quindi spero di non arrivare mai a una conclusione ma a una continua evoluzione.

serie ‘stranger’ 2022

– Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finché non lo trovi?

Lavorando anche in digitale no, il bello è avere tutti gli strumenti sempre a disposizione. Unico aspetto magari negativo, soprattutto per “stranger” dove non ho lavorato su foto mie, è il fatto di aver dovuto aspettare un pò di tempo per avere il materiale necessario.-

– Quale è la genesi di una tua opera?

La mia ricerca può nascere da una riflessione generale oppure su oggetti fisici come le foto di famiglia o anche vari avvenimenti e esperienze: non c’è mai nulla di particolare.

‘Happy times’ 2022

-Stai facendo un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti trovi? Pensi che l’Accademia sia un’esperienza arricchente?

Sto frequentando l’accademia di Brera, inizialmente per il fattore della pandemia è stato complesso in quanto non c’era la possibilità di frequentare le lezioni in presenza e questo non mi ha permesso di confrontarmi con gli altri compagni.

Man mano che la situazione migliorava in parallelo le lezioni hanno cominciato ad essere più “dinamiche” e quindi ho iniziato a stringere i primi legami e ad appassionarmi ai vari corsi.

Brera sicuramente oltre a un ambiente stimolante, mi ha dato i mezzi per riflettere su che cosa voglio affrontare artisticamente parlando.

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

Mi piacerebbe lavorare tramite altri medium come l’installazione o la scultura ma soprattutto realizzare opere di grandi dimensioni.

Vorrei più di tutto avere l’occasione di partecipare a un’esposizione e lavorare all’estero confrontandomi con artisti stranieri.

‘Odio le cene’ 2021

-Cosa significa essere artisti oggi?

Per me tutti siamo artisti. Nell’epoca in cui viviamo in cui abbiamo a disposizione diversi tipi di strumenti su cui ragionare. L’unica differenza la fa chi decide di esporsi e chi no. Non credo nella predisposizione o nella “vocazione” per l’arte.

serie ‘Stranger’ 2022

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri di Milano?

Margherita Vercesi, Giulio Plodi e Giovanni Diano.


Ringraziamo Alessia per aver risposto alle nostre domande, potete continuare a seguirla  sul suo profilo instagram

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