Alice Asia Marca

La forma dell’emozione

Alice Asia Marca è una giovane pittrice che si concentra nel raffigurare le proprie emozioni e ricordi in uno spazio che è quello delimitato dalla forma del suo corpo. 

Alice Asia Marca, artista giovane
Alice Asia Marca

PRESENTAZIONE

– Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Mi chiamo Alice e ho 22 anni. Frequento il quarto anno all’Accademia di belle arti di Brera a Milano, città dove ho sempre vissuto.

INTERESSI

– Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

Ascolto musica quotidianamente, musica di qualsiasi genere in base allo stato d’animo di quel momento. L’indie italiana a cui mi sento più vicina, pop italiano, inglese e grandi classici.

– Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Un film che consiglio è “I sogni segreti di Walter Mitty” . Una visione leggera e fortemente comica che mi colpii quando ero bambina. Il protagonista, un fotografo, si ritrova per una serie di motivi a vivere avventure in Islanda, terra che da sempre mi affascina più di altre tanto quanto mi incanta il lavoro del protagonista.

Rabbia-2021
Rabbia-2021

– Qual è la forma d’arte che preferisci?

Le forma d’arte che preferisco sono le installazioni, specialmente immersive e senza dubbio le mostre fotografiche, in modo particolare quelle documentaristiche. Entrambi questi due mondi mi rapiscono ogni volta trascinandomi in altre realtà tutte nuove.

– C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

Il momento della giornata che preferisco è la notte. La realtà in parte si annulla , diventa un momento ogni volta speciale. Può portare con sé compagnie, parole profonde, ricordi importanti, oppure può ingigantire tutto ciò che ci occupa la mente, portare un forte senso di solitudine. Quest’ultimo lo considero però il momento più idoneo per la creazione della mia arte. In entrambi i casi, il giorno dopo ci sveglieremo sempre arricchiti.

Combattenti-2022
Combattenti-2022

LAVORO

– Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

La mia ricerca artistica nasce da una necessità di esprimere al meglio me stessa e comprendermi, concentrandomi su ciò che provo ed esperisco. Saper gestire le proprie emozioni e pensieri è qualcosa che ritengo sia fondamentale per tutti, e qual’è il miglior modo di farlo se non attraverso il proprio percorso accademico?

– Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata?

L’idea della mia modalità di ricerca artistica mi è arrivata in seguito a tanti mesi precedenti in cui non trovavo delle modalità artistiche che mi soddisfacessero nell’esprimermi. Un giorno mi sono infatti messa contro una superficie, me stessa contro me stessa in cerca di risposte e da lì, in modo istintivo, ho segnato il contorno del mio corpo. Lì ho realizzato che avevo tutto lo spazio all’interno del segno del mio corpo per esprimere la mia interiorità. 

– Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori?

Mentre lavoro non ho l’animo quieto, a differenza invece dei momenti in cui butto giù l’idea iniziale e quando finisco la tela in cui mi sento libera e al contempo con un tassello in più in me.

Ucciderci-2022
Ucciderci-2022

– Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?

Ho sempre sentito necessario seguire ciò che più mi dà soddisfazione sia estetica che soprattutto mentale, indipendentemente dall’approvazione o comprensione che qualcuno potesse dare ai miei lavori. Non ho mai avuto un’idea chiara, sentivo semplicemente la differenza tra ciò che mio o invece estraneo.

– Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro? Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?

Quando comincio un lavoro ho già l’idea chiara di cosa fare poiché essa arriva da uno schizzo fatto in precedenza. Raramente poi ciò che realizzo cambia dall’idea iniziale e originale. Sono comunque sempre aperta con me stessa nell’attuare modifiche, soprattutto per questioni estetiche o se ciò che creo viene diverso da come me lo aspettavo e non mi soddisfa.

– Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?

I titoli sono fondamentali per i miei lavori, soprattutto perché frasi o parole arrivano prima dello schizzo stesso del quadro. Le parole segnano quel sentimento o situazione che voglio esprimere e di conseguenza il pensiero e concetto sono presenti prima del disegno. 

– Quale sarebbe il loro significato?

I titoli sono molto importanti dal momento in cui posso aiutare l’osservatore a comprendere meglio di cosa si parla, cosa si vuole esprimere o rappresentare con quel quadro, entrando più in contatto con la realtà dell’artista.

Riccardo-2021
Riccardo-2021

– Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finché non lo trovi?

Non mi capita mai di dovermi fermare per via della mancanza di materiale poiché utilizzo pochi e semplici elementi. Uso infatti lunghi rotoli di tela grezza e tempera in grossi barattoli di pittura bianca e nera. mi capita però spesso di dovermi fermare per tanti altri motivi, soprattutto quello dipendente dal mio livello di concentrazione o benessere fisico e mentale in quel momento di creazione.

– Quale lavoro secondo te funziona di più rispetto agli altri?

I lavori che funzionano di più li riconosco spesso già nel momento iniziale in cui faccio lo schizzo. Ci sono quelli che inevitabilmente, per motivi sentimentali o di estetica compositiva mi convincono di più e funzionano meglio per me. Ciò che può pensare lo spettatore non me la sono mai posta come questione. Penso che la cosa che più possa funzionare è ciò che in primo luogo convince me stessa. Inevitabilmente penso che un quadro che si avvicina con emozioni e situazioni più comuni alla gente possa funzionare di più.

– Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

Un mio lavoro nasce sempre durante un periodo di forte malessere, con sensazioni che non trovano più spazio dentro di me, nasce dalla necessità di mettere in chiaro a me stessa cosa sto provando, facendo sì che io possa di conseguenza liberare la mente da ricordi che diventano così impressi bianco su nero.

Identità-2021
Identità-2021

– Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Mi sono iscritta in accademia nel 2019, ero entusiasta di iniziare questo nuovo percorso. I primi mesi sono stati intensi, era un ambiente nuovo con altrettante nuove e numerose persone da conoscere. Dopo pochissimi mesi però è iniziata la pandemia e da lì è nato un distacco che purtroppo non si è mai risanato completamente con l’Accademia negli ultimi mesi possibili in cui c’era la possibilità di frequentarla. Ho imparato comunque tanto e alcuni corsi mi hanno lasciato grandi insegnamenti che mi hanno portata a fare scelte anche per quanto riguarda il futuro.

– Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E qual’è quello che tu preferisci?

Il lavoro che è stato più apprezzato da chi mi circonda e conosce i miei lavori è “non dobbiamo morire”. Penso sia dato dal fatto che tutti coloro che lo guardano si rivedono in una situazione forte che hanno vissuto e a cui si sentono vicini. Questo lavoro coincide anche con il mio o uno dei miei quadri preferiti, sia per motivi emotivi legati all’ episodio rappresentato che soprattutto per l’ aspetto estetico del quadro.

Non dobbiamo morire-2021
Non Dobbiamo Morire-2021

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

– I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

I social sono uno strumento utilissimo per stare a contatto col mondo. Ci danno la possibilità di conoscere realtà, persone e arte che non sarebbe possibile fare altrimenti. Un’opportunità soprattutto per noi piccoli artisti. Da parte mia ho sempre avuto difficoltà ad avere costanza con questo mondo, ma con l’abitudine può portare risultati soddisfacenti. 

– Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Milano è la città in cui sono nata e a cui sono sempre stata vicina e in qualche modo sentita partecipe. Abito nel centro di un paese nella periferia che vivo in modo quotidiano come un piccolo paesino staccato da ciò che gli sta intorno. Andare a Milano è sempre un po’come uscire dalla propria realtà nonostante sia la mia città. Le opportunità che ci sono lì, le esperienze possibili e la gente sono sempre diverse dalla mia quotidianità. Mi ha influenzato in modo positivo perché ho potuto viverla un po’di più attraverso l’Accademia, realizzando tutte le opportunità che questa città può offrire.

Il mio sole-2022
Il mio sole-2022

– Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

In mente ho grandi progetti, quelli artistici ovviamente non avranno mai fine, ma in questo momento ne ho due ben precisi. Oltre al mondo della pittura sto cominciando a sperimentare attraverso un progetto fotografico e uno che prevede un’installazione creata con l’uso di stoffa e cartone.

– Quali sono i progetti che non sei ancora riuscito a realizzare?

Il prossimo obiettivo sarà quello di incominciare il biennio dell’indirizzo di terapeutica artistica in accademia dopo aver conseguito il diploma di primo livello di pittura.

– Cosa significa per te essere artisti oggi?

Essere artisti per me significa avere la capacità di riuscire a trovare un modo per esprimere ciò che si sente e si vive.

– Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri che frequentano/hanno frequentato l’Accademia di Brera?

Tre artisti dell’accademia che ammiro sono innanzitutto Martina Cinotti, estremamente appassionata e determinata artisticamente. Benedetta Siesto, amica da anni con cui ho condiviso anche artisticamente parlando tanto e Grace Haeun Son, unica e bravissima fotografa che ammiro tantissimo.


Ringraziamo Alice per aver risposto alle nostre domande, continuate a seguirla sul suo profilo Instagram!

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