Gabriele Randaccio

Un nuovo rapporto con la realtà

Vivere oggi senza definirsi, questa è la chiave di lettura. Gabriele Randaccio propone un approccio innovativo nei confronti delle sue opere e della realtà.

Instaura un legame profondo con i suoi lavori, riuscendo a sensibilizzarne il sentimento.

Oggettiva il contatto, mostrando il filo conduttore che ci unisce in una nuova concezione del tempo e dello spazio.

Gabriele Randaccio

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?
Sono Gabriele, abito a Monza e ho 20 anni materiali, variano a seconda del giorno che vivo.

-Di cosa ti occupi?
Ricerca e sperimentazione pittorica.

studio espressivo su tavolozze di legno
Tavoltozza, 2022

INTERESSI

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?
Il mio rapporto con la musica è di cuore. Suono la batteria, uno strumento dal quale ricavo energia.

Sperimento nella musica. Siamo circondati da strumenti, ogni suono che percepisco quotidianamente lo utilizzo. Ha un senso musicale e l’importante è saperlo cogliere e guidare.

-Un film che tutti dovrebbero vedere?
Apprezzo la cinematografia di Lynch, per me è impossibile sceglierne uno.

‘About Time’ è un film che ha avuto un forte impatto con il ‘me’ interiore. Un altro film è ‘Brian di Nazareth’ dei Monty Python, sono qualcosa di buono nel mondo e la comicità ha preso tanto da loro.

deformazione dei volti, studio espressivo
Lanza M2, 2022

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?
Ho avuto tanta fortuna. Sono entrato a Brera per esprimere il mio sentimento pittorico. Ho imparato a farlo volare, superando il limite del termine.

L’arte è una poesia.

-L’emozione che sapresti nominare mentre lavori?
Il divertimento è una cosa seria, non goliardia. Traduco ciò che provo nei miei lavori.

Mi piace divertirmi ed essere divertito da me.

Il progetto ‘Non perdiamoci di vista’ propone un nuovo approccio nei confronti della realtà. Due occhiali da sole neri, tenuti insieme da due metri a nastro. Creo un nuovo contatto con le persone. Rendo visibile il filo conduttore che ci unisce, definendo una nuova percezione dello spazio e del tempo. Nasce da un senso di solitudine, dalla distanza che riesco a creare non guardando le persone negli occhi.

studio espressivo e sensibile della figura
Demetrio a strati, 2022

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?
Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?
L’idea è un susseguirsi di cose. Pensieri, avvenimenti e sensazioni.

Passo molto tempo a pensare e cerco di raccogliere tutto. Voglio rendere sensibile un sentimento.

-Che ruolo svolgono i titoli per te? Quando li assegni? Solitamente i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?
Mi diverto ad assegnare i titoli alle opere. Mi aiutano ad avere un contatto maggiore con quello che sto realizzando.

opera polimaterica, studio espressivo
Specchio delle mie Carie, 2023

-Quale sarebbe il loro significato?
I titoli non fanno la differenza e nemmeno l’opera matericamente realizzata… è il contatto.

Le persone che reagiscono al mio ‘gioco’, si appropriano visivamente di qualcosa che è parte di te. Non mi piace utilizzare la parola ‘opera’, è un termine troppo serio e romantico che non mi si addice.

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?
Non mi ritrovo nella parola finito.

Che cosa ti fa dire che una giornata è finita?

Noi chiudiamo gli occhi alle giornate. Il tempo non si ferma e per questo non mi piace la parola ‘finito’, nemmeno ‘infinito’. Preferisco l’indefinito.

studio polimaterico del corpo
Studio per ritratto con rose, 2022

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?
Non ho un metodo, vivo in casa con quello che faccio.

Parto ascoltando i sensi che ci accompagnano quotidianamente. Svolgono un ruolo fondamentale e vado ricercandoli.

-Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovato ? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.
Brera mi ha insegnato tanto, ringrazio alcuni dei miei maestri: Italo Chiodi, Roberto Casiraghi, Pier Mario Dorigatti. Ho sviluppato un senso nuovo nei confronti di quello che ho davanti.

“Dipingere per avere qualcosa da guardare” è una frase che ricorre spesso nelle mie lezioni.

collage e tecnica mista
La Corrida Della Sera, 2021

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?
Quello che si crea con le opere è un rapporto amoroso, non facile da gestire. Va coltivato, donato senza pretesa di ricevere nulla in cambio.

Tradisco i miei lavori, sono pieno di idee ed influenze nella mia vita.

Mi concentro sul lavoro che svolgo pensando ad ‘oggi’. La parola ‘preferire’ non ha un buon gusto, definisce un confronto con quello che è stato.

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?
Milano ha il suo motivo d’essere, sono una persona abitudinaria.

Ho visitato luoghi che mi hanno fatto mancare Milano e altri che me l’hanno fatta dimenticare.

Ho vent’anni anni materiali. Usiamoli.

opera polimaterica in dettaglio
Dettaglio Von Bismark, 2022

-Quali sono i progetti che non sei ancora riuscito a realizzare?
Non è mai troppo tardi. Ho qualche progetto in corso, non ultimato.

Sono una persona che pensa molto, ho tempo da perdere e lo sfrutto creando.

-Cosa significa per te essere artisti oggi?
Non ho la presunzione di definirmi ‘artista’.

Penso significhi avere un linguaggio diverso superando i propri limiti. Non credo in questa professione, non ho scelto di essere qualcuno, è il modo in cui riesco a parlare o non farlo… ed è una cosa bellissima.

-Infine, ci indicheresti dei giovani artisti che stimi ed ammiri che frequentano/hanno frequentato l’Accademia di Brera?
Da quando sono a Brera ho condiviso parte del mio lavoro con Irene Zorloni che dedica il suo tempo soprattutto alla fotografia. Aggiungo Philipp Gentili e Celeste Luna Sala.


Ringraziamo Gabriele per aver risposto alle nostre domande, potete continuare a seguirlo sul suo profilo Instagram.

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