Lahuén Pino

La vita tra realtà e sogno

Lahuén Pino dipinge la vita quotidiana in chiave ironica e provocatoria. Le sue tele sono un tripudio di scene e personaggi e la sua ricerca artistica unisce la dimensione reale a quella onirica.

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Sono Lahuén, vengo da Udine e sono di origine argentina. Ho quasi 24 anni, ma mi sento molto più vecchio del mio tempo.

Di cosa ti occupi?

Mi occupo generalmente di arte figurativa, utilizzo la pittura ad olio.

Dipinto di Lahuén Pino. Olio su tela 90x70
Lahuén Pino, L’abbraccio, 2023

INTERESSI

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

La musica per me rappresenta la colonna sonora della vita. Suono la chitarra e il basso da sempre, questa passione mi è stata tramandata da mio padre e mio nonno. Tra i miei artisti preferiti c’è Fela Kuti, l’inventore del jazz afrobeat in Nigeria. Spazio anche tra il rock psichedelico degli anni ’60 e la musica folkloristica sudamericana.

-Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Consiglio a tutti di guardare Il grande dittatore di Chaplin per il suo potente messaggio contro ogni pregiudizio.

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

Prima amavo dipingere di notte, ma ora mi sto dando disciplina e dipingo dopo pranzo, quando trovo più calma.

Dipinto di Lahuén Pino. Olio su tela 101x88
Lahuén Pino, Le contraddizioni della città, 2023

LAVORO

Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica

La mia arte nasce dalla meraviglia di tutti i giorni e rappresenta scene del quotidiano in chiave ironica. Dipingo la città e le sue contraddizioni, mostrando l’ipocrisia e l’indifferenza delle persone nella nostra società. Non mi definisco surrealista perchè non amo le etichette, ma do importanza ai sogni e all’interiore. Quando mi sveglio, cerco le immagini che ho sognato e le utilizzo per concretizzare una dimensione surreale nelle mie opere. Metto in relazione il mondo reale con quello dei sogni, dove trovo indizi e coincidenze ricorrenti. Ad esempio, ho sognato di avere una scarpa macchiata di pittura e quel giorno ho deciso di fare un murales. Alla fine della giornata, ho trovato quella stessa macchia sulla mia scarpa. Mi propongo di seguire un gioco che guardi al destino- seppur io non ci creda- per costruire un’opera che medi fra le due dimensioni che ricerco, realtà e sogno.

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivato?

L’idea nasce dalla volontà di veicolare un messaggio sociale attraverso la rappresentazione della vita quotidiana con un carattere caotico e teatrale. Mi interesso di politica e voglio coinvolgere tutti. L’arte figurativa è un mezzo efficace per farlo.

Dipinto di Lahuén Pino. Olio su tela 105x90.
Lahuén Pino, Ritratto della politica italiana, 2023

Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori?

Direi la calma, perché mi sento tranquillo quando mi ritiro nel mio mondo mentre dipingo. Allo stesso tempo, dipingere mi rende agitato; scateno le mie energie suonando un po’ e poi torno a dipingere, come in un loop quiete-caos.

-Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?

Entrambe. Ho un linguaggio personale e voglio tornare al figurativo, che oggi trovo esser trascurato da molti, per cercare una chiarezza della realtà che mi circonda.

Dipinto di Lahuén Pino. Olio su tela 80x100
Lahuén Pino, In Patagonia, 2023

-Che ruolo svolgono i titoli per te?

In realtà nessuno. Non mi piace dare titoli perché limiterebbero la lettura dell’opera e non voglio precludere la visione soggettiva di chi guarda. Tuttavia, riconosco che a volte il titolo serva, quindi ne do uno immediato che mi viene osservando il lavoro concluso.

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?

Non saprei con certezza, talvolta lascio volutamente qualche errore sulla tela. Quando vedo che la pennellata è tecnicamente omogenea, ho la sensazione che la pittura sia terminata e ne comincio subito un’altra.

Dipinto di Lahuén Pino. Olio su tela 90x110
Lahuén Pino, Sogno 2, 2023

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finchè non lo trovi?

Se capita, mi fermo per andare a prendere il materiale e riparto subito. Talvolta, se non c’è il materiale, trovo un escamotage. Sento l’urgenza di portare a termine il mio lavoro il prima possibile.

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?

Parto da sensazioni umane. Spesso inizio due o tre dipinti allo stesso tempo e li sviluppo man mano. Il mio lavoro parte sempre da uno sketch. Nella mia pittura c’è una ricerca teatrale e scenografica e, considerando le dimensioni delle mie ultime opere, trovo necessario un minimo di progettazione.

-Stai facendo un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti trovi? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Culturalmente parlando, l’Accademia mi ha dato molto. Lo studio obbligatorio mi ha aiutato ad attenuare la mia pigrizia e le nozioni scientifiche come quelle di anatomia mi hanno fatto apprendere molto a livello tecnico. Inoltre, studiare a Brera mi dà la responsabilità di coltivare l’eredità dei grandi artisti dell’Ottocento che l’hanno resa così stimabile e questo mi stimola a dare il massimo.

Autoritratto di Lahuén Pino.
Lahuén Pino, Autoritratto, 2023

-Quali sono gli artisti a cui guardi maggiormente?

Michelangelo e Caravaggio sono i miei modelli del passato. L’artista contemporaneo che ammiro di più è Fontana, trovo le sue formule e i suoi pattern suggestivi, nonostante abbiano una valenza più concettuale rispetto alla ricerca che porto avanti oggi.

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai

Li trovo utili, ma non indispensabili per me. I social possono essere dispersivi e limitativi nella nostra generazione. Li uso come un diario di bordo, ma preferirei che l’arte fosse parte della realtà quotidiana. Nonostante questo, non ne nego l’utilità per fare networking.

-Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Anche se il mio sogno è vivere in un villaggio hippie in Argentina, attualmente ho un rapporto pacifico con Milano. In passato ho lavorato nella Milano bene e non l’ho apprezzata, ma ora la città è indispensabile per la mia ricerca sociale. Pensando al presente, Milano è necessaria per coltivare il mio progetto di vita futuro. Inizialmente volevo studiare a Parigi, ma ho scelto Milano come compromesso per le mie disponibilità. Sono una persona introversa, amo dipingere e stare da solo, quindi Milano è in qualche modo adatta a me.

Dipinto di Lahuén Pino. Olio su tela
Lahuén Pino, Rifletto nel riflesso di riflesso, 2023

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

Come anticipato, in futuro vorrei tornare alle mie radici in Argentina e costruirmi una casa in terra in un villaggio hippie. Questa però è la parte più utopistica dei miei progetti. Nel frattempo, ho un progetto più concreto: continuare gli studi, magari a Parigi. Vorrei sviluppare la mia ricerca artistica e sperimentare nuove forme d’arte, come l’arte astratta, per abbattere le barriere tra figura e contenuto. Inoltre, mi piacerebbe lavorare sulla riqualificazione urbana per portare avanti la mia ricerca sociale in un nuovo contesto.

-Quali sono i progetti che non sei ancora riuscito a realizzare?

Finora ho portato a termine ogni cosa che mi sono prefissato di fare. Tuttavia, molti progetti non sono stati realizzati per mancanza di risorse o disponibilità. Ad esempio, mi interesso moltissimo alla fotografia analogica e alla scrittura. Come ho detto prima, ho anche il pallino di realizzare dei progetti e provare altri linguaggi d’arte, ma tempo al tempo. Oltretutto, vorrei vendere i miei quadri per permettermi uno studio così da espandere la taglia dei miei dipinti e della mia poetica, altrimenti non potrò proseguire con questo ritmo. Purtroppo, per il mondo in cui viviamo, non è sempre possibile mantenere un certo stile di vita senza avere qualche entrata minima, per di più in una città come Milano.

-Cosa significa per te essere artisti oggi?

Do molto peso alle parole e non condivido l’idea che tutti possano essere artisti. L’arte esiste solo grazie all’artista, quindi lo ritengo una figura primaria all’interno di questo sistema. Comunque, penso che senza conoscenza non si possa essere artisti. L’artista ha insito in sé il genio; con il mio genio produrrò gesti e creerò arte. Voglio guadagnarmi l’etichetta di artista portando avanti il mio progetto e tenendo conto della storia, che è fondamentale per comprendere il presente. Al momento non mi sento un artista, ma sto cercando di affinare le mie conoscenze attraverso lo studio per raggiungere questo obiettivo. 

Dipinto di Lahuén Pino. Olio su tela 65x90
Lahuén Pino, Sogno 1, 2022

-Infine, ci indicheresti dei giovani artisti che stimi ed ammiri che frequentano/hanno frequentato l’Accademia di Brera?

Francesco Feltri, Mari Giarrusso, Aronne Pleuteri, Oscar Brum.


Ringraziamo Lahuén Pino per aver risposto alle nostre domande, potete continuare a seguirlo sul suo profilo Instagram.

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