Bianca Beltramello

La liturgia dell’arte

Bianca Beltramello è una giovane artista milanese che si destreggia tra diversi campi artistici: lavora infatti nel mondo della moda, senza trascurare però il suo lato più artistico, realizzando delle opere che trasmettono forza e calore. Contestualizza i suoi lavori attraverso la liturgia latina e i testi sacri, partendo però sempre dalla vita quotidiana, dalle persone e da ciò che la circonda.

Bianca Beltramello, Il critico d'arte
Il critico d’arte

PRESENTAZIONE

– Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Mi chiamo Bianca Beltramello, ho 25 anni e sono nata a Milano, dove vivo e lavoro. Ho iniziato a disegnare e dipingere da bambina e pur non avendo mai studiato arte o illustrazione, ho sempre portato avanti la mia produzione artistica, in quanto mia vera e prima passione. La mia ricerca artistica attinge anche dalle altre attività che faccio.

– Di cosa ti occupi?

Lavoro nella moda, come Prints and Graphics Designer in Versace. Realizzo i disegni che vengono stampati sui tessuti.

INTERESSI

Bianca Beltramello, Estasi di San Sebastiano
Estasi di San Sebastiano

– Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

Mi piace, sono stata anche violinista principalmente orchestrale. Apprezzo molto la musica folk e tradizionale, in particolare scandinava e balcanica e tutti i generi che riescono a coniugarla in chiave moderna. Sono anche amante di certi generi di musica elettronica molto sperimentale.

– Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Okuribito. Ne condivido la filosofia e credo sia una trattazione atipica ma rassicurante della tematica del rapporto con la morte, soprattutto per la cultura occidentale.

Bianca Beltramello, Cerne ligatos fune peccatorum
Cerne Ligatos Fune Peccatorum

– Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..). C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?

Prediligo le arti visive in tutte le forme: pittura, scultura, arte concettuale e performativa, fotografia. All’interno di queste, amo particolarmente l’arte concettuale e la fotografia. Uno dei miei artisti preferiti è sicuramente Giulio Paolini: ne ammiro i riferimenti colti, le tematiche e la metodologia di riflessione su di esse, l’estetica e anche il profilo personale.

– C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

Forse la cosiddetta Golden Hour. Non tanto per la potenzialità artistica, ma perché coincide con il rientro a casa dall’ufficio ed è un momento in cui osservo ciò che mi circonda, rifletto, progetto.

Bianca Beltramello, Fuso sanguine Giovanni Battista
Fuso sanguine Giovanni Battista

LAVORO

– Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

Disegnare è stata una delle prime cose che ho fatto da bambina. All’asilo una maestra mi regalò un libro su Mirò: ero profondamente affascinata da quelle immagini e le copiavo infinite volte. In particolare ricordo di essere stata ossessionata dal cavallo al centro del quadro “Il campo arato”. L’avrò ridisegnato centinaia di volte.

– Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata?

Mi piace osservare le persone e ho iniziato a ritrarre chi mi sembrava interessante: sui mezzi, a scuola, seduta al parco. Il soggetto è rimasta la figura umana, poi ho creato un mio codice espressivo e un mio mondo di riferimento, inserendo elementi del mio vissuto, le mie preferenze estetiche e suggestioni dalle altre attività che facevo.

– Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori?

Trasporto.

Bianca Beltramello,, Ex corpore
Ex corpore

– Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?

Fare qualcosa di mio. Qualcosa che mi rappresentasse completamente, senza tralasciare nessuna sfaccettatura e che fosse inequivocabilmente riconoscibile come mio.

– Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro? Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?

Sì. Compongo l’opera prima nella mente e quando ho la visione chiara, la trasporto. Ci penso per mesi, a volte.

– Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?

I titoli vengono per ultimi. Faccio una ricerca nei testi sacri e nella liturgia in latino per assegnare il giusto riferimento a ciò che ho rappresentato.

Bianca Beltramello, Transubstantiatio
Transubstantiatio

– Quale sarebbe il loro significato?

Sono citazioni principalmente dalla liturgia latina, rilevanti per contestualizzare ciò che è rappresentato, ciò che è venuto prima dell’opera e ciò che potrebbe venire dopo.

– Quand’è che senti che un lavoro è finito?

Probabilmente mai. A volte faccio interventi su opere vecchie, oppure le ripropongo aggiornate.

– Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve e di dover aspettare finché non lo trovi?

Direi di no. Compro sempre fin troppi colori e materiali, pensando che magari, chissà, prima o poi potrebbe servire… Molti non li ho neanche ancora mai usati.

Bianca Beltramello, Vinculum
Vinculum

– Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

Parto da una persona. Attorno all’immagine di questa persona, costruisco mentalmente il resto. Quando ho chiara la composizione, inizio a riprodurla.

– Qual è stato il tuo percorso di studi? Come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

Non ho mai studiato arte. Ho fatto il liceo scientifico, poi ho studiato Lettere e Fashion Design come percorso universitario e ho fatto due master sempre in ambito moda, in cui lavoro tutt’ora.

– Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

Il più apprezzato è stato Cerne Ligatos Fune Peccatorum. Mi piace l’impostazione, ho cercato di fare qualcos’altro con lo stesso concetto. Il mio preferito di solito è sempre l’ultimo che ho fatto. Poi facendo il successivo, inizio a vederci difetti e cambio di nuovo preferenza.

Bianca Beltramello, Among the gusty trees
Among the gusty trees

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

– I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

Direi fondamentale. Mi serve per pubblicizzare e condividere il mio lavoro, per entrare in contatto con nuovi modelli, per vedere immagini d’ispirazione.

– Sei di Milano: come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Sono nata e cresciuta a Milano, per me è casa. Non credo di riuscire a percepire la città come influenza, perché per me è la normalità.

– Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e progetti?

Sono interessata all’ambito NFT. La mia arte ha una imprescindibile componente digitale e credo di poter sfruttare questo nuovo strumento.

– Quali sono i progetti che non sei ancora riuscita a realizzare?

Un’esposizione personale “totale” in cui unire quadri, fotografie e abiti.

Bianca Beltramello, Cupio dissolvi
Cupio dissolvi

– Cosa significa per te essere artisti oggi?

Perseguire una ricerca personale slegata dal mercato.


Ringraziamo Bianca per aver risposto alle nostre domande, continuate a seguirla sul suo profilo Instagram.

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