Christiana Yehouessi

ll mondo colto attraverso infinite sensazioni

Christiana Yehouessi porta avanti una ricerca artistica basata sulla curiosità del mondo che la circonda. Per la realizzazione delle sue opere, fa esperienza di tutti gli stimoli a lei dati senza porsi alcun limite. In questo modo, riesce a farsi trasportare dalle emozioni, rendendo il suo lavoro estremamente personale. Le varie forme d’arte da lei sperimentate sono il riflesso del suo spirito.

Christiana Yehouessi

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Mi chiamo Christiana, ho 24 anni, sono italiana con origini africane, più precisamente del Togo e del Benin.

-Di cosa ti occupi?

Mi occupo di fotografia, di video e creo anche dei lavori a livello più pittorico. 

Christiana Yehouessi, Flora, fotografia
Christiana Yehouessi, “Flora”, 2023

INTERESSI

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito? 

Amo la musica. Seguo tanti cantanti e gruppi, veramente non ne ho uno preferito. Ascolto diversi generi, che spesso variano a seconda del mio umore o della stagione. Sono una persona curiosa, mi interesso anche di musica cantata in lingue lontane dalle mie. Insomma, ascolto tutto ciò che mi regali un’emozione e/o mi faccia sentire in vita.

-Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Anche qui non riuscirei a giungere a un’unica scelta. Tuttavia, se dovessi citarne uno, sarebbe tutta la trilogia de “Il signore degli anelli“.

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..)

Sembrerò ripetitiva, ma anche in questo caso non ho un favorito. Preferisco, fra le tante forme d’arte, pittura, scultura, video e fotografia.

Christiana Yehouessi, Inside Reflexo, fotografia
Christiana Yehouessi, “Inside Reflexo: pensèes”, 2022

C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?

Attualmente non penso che esista un artista assoluto. Sicuramente molti artisti mi sono stati d’ispirazione, come ad esempio Picasso, Ansel Adams, Steve McCurry, Monet, Lucio Fontana, Apollinaire, Luigi Ghiri, Duchamp, Gerard Richter, Magritte, Robert Mapplethorpe, Mondrian… Il loro lavoro mi ha motivato a coltivare il mio percorso artistico.

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

Nessuno in particolare. Prediligo vari momenti della giornata, basta che siano attimi in cui mi sento viva. Vorrei precisare che dico di non avere preferenze non perché sia una persona indecisa, ma perché ho capito che amo tante cose e ognuna di esse fa parte di me: tutto ciò che all’esterno mi cattura, mi regala qualcosa. Pertanto, sono arrivata alla conclusione di non voler precludermi a una sola opzione.

Christiana Yehouessi, Inside Reflexo, fotografia
Christiana Yehouessi, “Inside Reflexo: pensèes”, 2022

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

Il mio interesse è attivo sin dall’infanzia: ho sempre amato tutto ciò che fosse creativo, perciò ero decisa a intraprendere un percorso artistico. 

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata?

C’è stato un momento particolare durante l’anno chiusi in casa per la pandemia nel quale ho sentito la necessità di cominciare a fare arte. Il mio percorso alle superiori non è stato l’artistico, ma, nonostante ciò, ho sempre sentito la vocazione per il disegno e la fotografia e coglievo, quando possibile, l’occasione di esercitare queste due passioni durante il tempo libero. Purtroppo sono stata fermata per un po’ dal covid, ma ora sono qui.

-Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori? 

Libertà di essere me stessa.

Christiana Yehouessi, Riu Korero, disegno a carboncino
Christiana Yehouessi, “Riu Korero”, 2023

 -Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?

Non ho mai un’idea nitida, ci sono immagini sfuocate che prendono forma man mano che ci lavoro sopra.

-Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?

I titoli sono l’essenza del mio lavoro e quindi svolgono un ruolo importante. Solitamente li attribuisco nonappena ho concluso l’opera, non mi verrebbe naturale darlo prima.

Quale sarebbe il loro significato?

Non è facile scegliere un titolo che raccolga tutto quello che è il mio progetto, per me essi devono mostrare chi sono, come se l’opera fosse un corpo e il titolo rivelasse tutte le sue parti.

Christiana Yehouessi, Violent Crimes. tecnica mista su carta
Christiana Yehouessi, “Violent Crimes”, 2023

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?

Quando mi sento completa e so che non devo più intervenire sul lavoro per mano mia, ma può essere “sporcato e contaminato“ dagli altri.

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finchè non lo trovi?

Si, mi è capitato, però in genere cerco di trovare possibili soluzioni prima di confermare che quella cosa mi serve. Lo considero uno sprono a trovare degli escamotage, provare nuovi stimoli aggiungendo o togliendo dall’opera e così via. Credo che sia solo facendo esperienza che si capisca se si possa fare a meno o no di determinati strumenti.

-Quale lavoro secondo te funziona di più rispetto agli altri?

I lavori che funzionano di più attualmente sono sia le mie fotografie intitolate “Flora”, che le mie buste chiamate “Nostalgia“.

Christiana Yehouessi, "NOSTALGIA: traces, souvenirs, fragments, attentes...", 2023
Christiana Yehouessi, “NOSTALGIA: traces, souvenirs, fragments, attentes…”, 2023

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

Non lo so, in realtà non è una cosa razionale. Spesso ho delle immagini in testa di ciò che vorrei realizzare, dunque parto da pensieri, frasi o parole che in quel momento mi esprimono qualcosa e con i quali sento di dovermi relazionare. Dall’epifania dell’idea al raggiungimento dell’opera concreta, quasi sempre ci sono di mezzo molteplici tentativi e, ahimè, fallimenti. Raggiungo la piena consapevolezza di quello che sto facendo nonappena scatta qualcosa di indefinito che mi fa capire che c’è un equilibrio tra pensiero, idea, progetto e feedback mio e esterno.

-Stai facendo un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

É stato un viaggio travagliato, all’inizio non mi sentivo all’altezza della mia scelta, perché partivo svantaggiata rispetto a molti miei colleghi che avevano già le basi. Tuttavia, devo dire che mi è servito tutto: ogni singolo sforzo che ho fatto mi ha portato a quello che sono ora, non solo a livello artistico, ma anche come persona. Pù facevo passi verso la mia ricerca, più costruivo me stessa e la mia identità. Ho dovuto lavorare duramente, superare le mie aspettative e confrontarmi con la bravura altrui, affrontando sfide a 360º.

Christiana Yehouessi, "NOSTALGIA: traces, souvenirs, fragments, attentes...", 2023
Christiana Yehouessi, “NOSTALGIA: traces, souvenirs, fragments, attentes…”, 2023

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

L’ultimo, intitolato “ Nostalgia “. Ad essere sincera, è anche una delle mie opere preferite. Inoltre, sono soddisfatta del mio ultimo progetto scultoreo e in generale vado molto fiera delle mie fotografie.

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

Li reputo importanti e sono consapevole dell’opportunità che possono offrirti nel settore artistico. Alla luce di questo, cerco di usare i social il più saggiamente e professionalmente possibile.

Christiana Yehouessi, "Inside Reflexo: Africa", fotografia
Christiana Yehouessi, “Inside Reflexo: Africa”, 2022

 -Sei stata a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Sì, Milano è stata una città fondamentale per la mia crescita personale. Nonostante oggigiorno sia difficile da vivere a causa dello stile di vita, la trovo bellissima. Non ci vivrei di nuovo, ma ci tornerei sicuramente per una visita, soprattutto perché ho creato tanti legami importanti che non voglio perdere.

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

Un obbiettivo prossimo sicuramente è quello di laurearmi. Dopo di che, sto pensando di estendere il mio percorso di studi. Ho tanti progetti in testa che riguardano tutto quello che faccio, dai video alle fotografie… Detto ciò, per ora non vi svelo di più. 

-Quali sono i progetti che non sei ancora riuscita a realizzare?

Un lavoro che non sono ancora riuscita a realizzare, ma è in fase di work in progress, è un video legato al corpo.

Christiana Yehouessi, Flora, fotografia
Christiana Yehouessi, “Flora”, 2023

-Cosa significa per te essere artisti oggi?

È complicato rispondere. Per me rappresenta il riuscire ad imprimere ed esprimere me stessa attraverso quello che faccio. Essere artista oggi vuol dire saper rischiare, poiché implica vivere controcorrente, essere il puntino nero in mezzo a tanti puntini bianchi, ma anche essere quei puntini bianchi… Significa essere vulnerabile al mondo intero.

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri che frequentano/hanno frequentato l’Accademia di Brera?

Stefano Carulli, Grace e Ambra Gheller.


Ringraziamo Christiana Yehouessi per aver risposto alle nostre domande, potete continuare a seguirla sul suo profilo Instagram.

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