Giulia Ferrarin

Giulia Ferrarin è una giovane artista che trova ispirazione nel paesaggio urbano notturno di Milano, catturandone i dettagli con la sua macchina fotografica. Attraverso la pittura, trasferisce su tela l’aura degli angoli nascosti della città, immortalando momenti che sembrano sospesi nel tempo.

Giulia Ferrarin

PRESENTAZIONE


-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?


– Mi chiamo Giulia, ho 21 anni e sono cresciuta in un paese della provincia di Vicenza. Da tre anni vivo qui a Milano e frequento l’Accademia di Belle Arti di Brera.

-Di cosa ti occupi?


Non so dire con esattezza quale sia il momento in cui l’arte è entrata nella mia vita, perché da quando ne ho ricordo è sempre stata presente. Il mio lavoro nasce dall’osservazione di ciò che mi circonda, incantata dal paesaggio notturno milanese punteggiato da miliardi di luci colorate. Mi perdo così per le strade di Milano, camminando senza una meta precisa. Osservo e catturo frammenti di vita irripetibili con la macchina fotografica, grazie alla quale riesco a imprigionare quell’aura quasi spirituale che avvolge gli angoli nascosti della città, per poi trasferirli tramite pittura sulla tela in modo da farli pienamente miei. Tutti i soggetti dei miei lavori sono momenti di un’esistenza messi in pausa, come intrappolati per sempre in un istante diventato così un ricordo irripetibile.

Primi scatti notturni con il dispositivo fotografico digitale reflex Canon EOS 30D, 2022 - 2023
Primi scatti notturni con il dispositivo fotografico digitale reflex Canon EOS 30D.

INTERESSI


-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?


– La musica per me è fondamentale. C’è sempre stata, quasi come un’amica, spronandomi sempre a fare meglio.
Suonavo anche il violino fino a qualche anno fa. Non ho un genere musicale preferito, ascolto qualsiasi cosa. Varia soltanto in base al mood della giornata, come fosse una colonna sonora che accompagna la mia vita.
La cantante che ha un posto speciale nel mio cuore è Billie Eilish. Stimo moltissimo il suo percorso artistico, e non a caso ho un tatuaggio a lei dedicato: il titolo del suo ultimo album e del singolo abbinato, “Happier Than Ever”.

-Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?


– Questa è una domanda molto difficile per me perché sono molto appassionata dicinematografia. Il mio repertorio varia da film classici e storici a film d’animazione,d’autore, fantascientifici, gialli, etc.
Ho visto troppi film e serie tv ed è davvero impossibile sceglierne uno solo da consigliare.

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura performance, ecc..) C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione?


– Per me tutta l’arte è importante proprio perché ogni forma artistica ha le sue particolarità. Tra tutte, quelle che personalmente preferisco sono la pittura, la fotografia e l’installazione.
Alcuni degli artisti che mi affascinano di più per il loro percorso sono David LaChapelle, Yayoi Kusama e Nan Goldin. Un artista che invece è per me diretta fonte d’ispirazione per il mio lavoro è Luca Pancrazzi.

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

– Uno dei momenti che più preferisco è la notte: non a caso i miei lavori sono
ambientati in questo momento della giornata.
Per me la notte, soprattutto quella milanese con tutte le sue luci, è affascinante e
magica. È il momento in cui di solito i pensieri e le idee iniziano a mescolarsi dando
vita a nuovi lavori.

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

– Come ho detto anche prima, l’attenzione per l’arte ce l’ho sin da piccola, ma ho iniziato a dedicarmi in modo più assiduo alla pittura durante gli ultimi due anni delle superiori. Nella mia ricerca tramite la fotografia mi approprio di istanti del tempo dei luoghi che attraverso. Trasferisco questi attimi su tela, a mano, come facevano i monaci amanuensi per non dimenticare e rendere immortali questi momenti destinati a rimanere per sempre fermi in quello scatto.

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata\o?


– Il mio lavoro nasce dall’osservazione di ciò che mi circonda e dalla necessità di immortalare quegli istanti fugaci che prendono forma attorno a me, in mezzo alla confusione del traffico milanese, per poi trasformarli nei soggetti dei miei lavori. L’intento è quello di pietrificare questi momenti sulla tela, come dei fossili.

-Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori?


– Quando lavoro ai miei quadri mi sento libera e spensierata, sono come in una “safe zone” dove posso essere quello che voglio. Allo stesso tempo questo nero avvolgente che mi trovo davanti a volte mi mette un po’ di angoscia e mi sento come attratta da questo vuoto misterioso che deve essere in qualche modo esplorato.

45,45668° N 9,18399° E, 2022 - 2023
45,45668° N 9,18399° E, 2022 – 2023

Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi
un’idea chiara di quello che bisognava fare?


– Tutto è nato dal bisogno di creare un qualcosa che potesse restare impresso nella memoria delle persone che la vedevano, sia emotivamente che come pura immagine, da un bisogno di ricordare ed essere ricordata per sfuggire all’oblio.

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?

– Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai? Prima di iniziare a lavorare mi soffermo davanti a questo buco nero, ad osservare la tela dalla quale le luci affiorano. In questo modo focalizzo il risultato finale e so dove dovrò intervenire con i pastelli ad olio.

Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?


– Moltissimi dei miei lavori hanno come titolo le coordinate del luogo dove ho scattato le fotografie. Da un certo punto di vista possiamo dire che i titoli prendono forma appena premo il pulsante della macchina fotografica.

-Quand’è che senti che il lavoro è finito?


– Ritengo che il mio lavoro sia finito quando raggiunge un equilibrio visivo e compositivo. Ammetto però che fermarsi non è così semplice, essendo io molto pignola. Resto a guardare il mio lavoro per molto tempo cercando qualsiasi minima imperfezione, fino a quando ritengo che non ci sia più bisogno di intervenire sulla tela.

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finchè non lo trovi?


– Sì, a volte mi capita di dover fermare il processo creativo per alcune settimane
perché manca l’elemento fondamentale del mio lavoro, che mi permette di creare questo sfondo avvolgente, ovvero il Nero 3.0. È un acrilico opaco in grado di assorbire la luce, ancora più nero del Vantablack utilizzato da Anish Kapoor e di cui possiede anche il brevetto: il Nero 3.0 è stato infatti creato appositamente per permettere a tutti gli artisti di usufruire di questo colore tranne Kapoor.

"45,46877º N 9,18259º E" 2022 - 2023
45,46877º N 9,18259º E” 2022 – 2023

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

– Un mio lavoro nasce dal bisogno di catturare, tramite la pittura, dei momenti altrimenti effimeri, per paura di cadere nell’oblio. Questi istanti non si presenteranno mai più come li abbiamo vissuti la prima volta.

Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

– Sto frequentando il terzo anno dell’Accademia e nonostante gli alti e bassi, è stata davvero una bellissima esperienza. Ho conosciuto bellissime persone che mi hanno stimolato molto dal punto di vista artistico, e tra compagni di corso ci siamo sempre resi disponibili a confronti costruttivi per poter migliorare il nostro lavoro. Anche il dialogo con il professore d’indirizzo non è mai stato scontato, anzi, è sempre stato pronto e attento a consigliare ogni studente in base al proprio percorso.

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?


– Il lavoro che fino ad ora è stato più apprezzato, che è anche quello che mi sta più a cuore, è il dittico “45,47304° N 9,19154° E – 45,35091° N 9,20152° E”.

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO


-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?


– Trovo che ai giorni nostri i social siano fondamentali per diffondere i lavori artistici, perché queste piattaforme sono frequentate da chiunque. Nonostante ciò, ammetto che per me è complicato stare al passo con la pubblicazione dei nuovi lavori perché non uso molto Instagram, e perché secondo me le opere andrebbero viste dal vero per essere apprezzate appieno.

Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

– Tutto il mio lavoro parte da Milano, dalle luci che illuminano la città appena cala la notte. Tutti i luoghi che visito influenzano a modo loro i miei lavori, ma banalmente in un paesino di campagna non ci sarà mai la stessa quantità di luci notturne che ci sono in una grande metropoli come Milano.

"Serie III" 2022-2023
“Serie III” 2022-2023

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?


– Sicuramente uno dei miei prossimi obbiettivi è terminare gli esami per poi sostenere la tesi. Mi piacerebbe proseguire ancora con gli studi, però sono ancora molto indecisa.

Quali sono i progetti che non sei ancora riuscito a realizzare?


-Mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa di importante con la mia arte. Per quanto io sappia quanto è difficile far parte di questo mondo, spero un giorno di diventarne parte integrante.

-Cosa significa per te essere artisti oggi?


-Credo che il termine stesso “artista” abbia oggi un significato completamente diverso dalla sua accezione tradizionale. Tutto quello che noi presentiamo al mondo oggi, spesso è frutto di un qualcosa che è già stato fatto: l’artista non è più solo colui che crea opere, essere un artista è quasi uno stile di vita che però non tutti sono in grado di perseguire. L’artista è affascinato delle cose che nessuno nota, da quelle piccole cose altrimenti considerate banali o addirittura non considerate affatto. Oggi essere artisti è complicato, spesso capita di non essere capiti dalla società, e se non si hanno le conoscenze giuste è davvero difficile sfondare in questo ambiente a meno che non si dimostri di avere un vero talento.

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri che frequentano/hanno
frequentato l’Accademia di Brera?


– Gracjela Kicaj, Anna Stabilini e Giulia

Ringraziamo Giulia per aver risposto alle nostre domande, continuate a seguirla sul suo profilo Instagram!

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