Piergiuseppe Colazzo

KUMA

Piergiuseppe Colazzo è un illustratore digitale, progetta e realizza paesaggi ambientati in diversi contesti storico-culturali. Si rifà alla figura “Kuma”, orso in giapponese, che rappresenta la forza , la pazienza ed il Dio delle montagne, molto presenti nei suoi lavori.

Piergiuseppe Colazzo

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?

Piergiuseppe Colazzo, in arte Kuma, , sono un artista e vengo da Galatina, una piccola città in provincia di Lecce, giù in Salento.

-Di cosa ti occupi?

Sono un illustratore digitale e non, per lo più mi interesso nel progettare e realizzare paesaggi, ambientati in svariati contesti storici e culturali. “Kuma” ovvero “orso” in lingua giapponese, figura che in Giappone rappresenta la forza, la pazienza e il Dio delle montagne, elemento naturale presente moltissimo nei miei lavori. 

Bushido, 2021

INTERESSI

-Ti piace la musica? Hai un cantante, gruppo preferito?

Ancora non capisco come facciano le persone a vivere senza musica, comunque si mi piace e la ritengo fondamentale, necessaria alla nostra produzione artistica; ho vari artisti che ritengo “preferiti” ma il più di tutti è B.B.King, chitarrista e cantante blues.

-Un film che secondo te tutti dovrebbero vedere?

Senza ombra di dubbio scelgo “La città incantata”, film d’animazione giapponese, vincitore di un Oscar, prodotto dallo “Studio Ghibli” nel 2001,  diretto da Hayao Miyazaki, fumettista, sceneggiatore, animatore e coofondatore del suddetto studio.

Il fiume, 2020

-Qual è la forma d’arte che preferisci? (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..) 

La forma d’arte che preferisco è senz’altro la pittura, non perché la ritengo superiore alle altre forme ma semplicemente riesce a trasmettermi esattamente le emozioni che cerco nell’arte.

-C’è un artista contemporaneo che consideri assoluto o che sia una fonte d’ispirazione? 

Un artista contemporaneo che considero molto importante per la mia crescita e produzione artistica è senz’altro Jean Giraud, conosciuto come Moebius, artista francese, considerato una pietra miliare dell’illustrazione fantastica e fantascientifica; altro artista ma non meno importante è Kazuo Oga, disegnatore, scenografo giapponese.

Samurai con Naginata, 2021

-C’è un momento della giornata che ti piace particolarmente?

La notte è il momento più creativo della mia giornata, dove si intrecciano idee, immagini e pensieri.

LAVORO

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?

Disegnare è una cosa che ho sempre fatto fin da piccolo ma sicuramente ora miro a voler far entrare chi osserva, all’interno dei miei spazi spesso privi di presenze per mostrarne l’ampiezza.

Desert Wind, 2022

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata\o?

Analizzando e studiando gli artisti che mi hanno fatto emozionare negli anni, il mio pensiero è che un paesaggio, possa trasmettere le stesse identiche emozioni pur non avendo nessun soggetto all’interno.

-Un’emozione che sapresti nominare mentre lavori?

L’esperienza complementare tra quiete e turbamento.

-Che cosa sentivi necessario: fare qualcosa di diverso, oppure andare oltre? Avevi un’idea chiara di quello che bisognava fare?

Sentivo necessario filtrare le mie emozioni attraverso l’utilizzo di elementi paesaggistici; inizialmente non avevo un’idea chiara sul come realizzarlo, infatti questo é accaduto, ed accade anche oggi, continuando a modificare il mio percorso artistico.

No name, 2019

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?

L’idea muta quasi sempre la sua forma durante il processo creativo e per questo devo necessariamente iniziare dalla base dell’idea e “processarla”.

-Che ruolo svolgono i titoli per te? E quando li assegni? Di solito i titoli vengono prima o dopo che hai finito il tuo lavoro?

In realtà il titolo per me non svolge un ruolo molto importante, tende a limitare le emozioni che già esprime formalmente l’opera, ne faccio uso solo per quadri davvero significativi, applicandolo comunque dopo aver terminato l’opera.

-Quale sarebbe il loro significato?

Raffigurano spesso l’aria e l’atmosfera che potresti percepire osservando il lavoro.

Operazione Neptune 1944, 2020

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?

È finito quando riesce a trasmettere l’emozione che mi ero prefissato di comunicare 

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve, e di dover aspettare finchè non lo trovi?

In realtà utilizzo pochi materiali e strumenti essenziali, cosi facendo il lavoro non si interrompe quasi mai.

-Quale lavoro secondo te funziona di più rispetto agli altri?

Un lavoro che sia realmente Personale

-Raccontaci come nasce un tuo lavoro. Parti da un’idea, una sensazione o che altro?

I miei lavori nascono da sensazioni che spesso permeano all’interno dell’opera stessa, contraddistinguendo ogni singola linea e colore.

Quando sei solo, guarda su, 2022

-Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.

L’Accademia di Brera, va vissuta dall’interno per poter carpire la sua anima; credo che l’incontro/scontro di idee, pensieri e parole, sia con studenti che con i professori, siano state fondamentali alla mia crescita artistica.

-Qual è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?

Credo che il lavoro più apprezzato sia “Samurai con Naginata” e per quanto riguarda me non credo di avere, in questo momento, un lavoro che preferisco.

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione, e soprattutto, quanto la reputi importante per ciò che fai?

I social se usati con senso e moderazione posso portare solo ad una maggiore visibilità dei lavori e di conseguenza dell’artista, non credo siano fondamentali ma un qualcosa che supporta.

Mare personale, 2021

-Sei stato a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?

Milano, è indubbiamente una città che ti trasforma e ti muta, sia nel modo di guardare e vivere i momenti che ti regala; chiaramente per me essendo un paesaggista il luogo influisce molto sulla mia produzione.

-Quali sono i tuoi prossimi obbiettivi e progetti?

La realizzazione di un progetto personale che è fermo da troppo tempo. STAY TUNED

-Cosa significa per te essere artisti oggi?

Essere artisti oggi è affrontare se stessi, comunicare e condividere il proprio pensiero attraverso il “linguaggio artistico”, senza paure.

Campagna, 2022

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri che frequentano/hanno frequentato l’Accademia di Brera?

Giovani artisti e grandi amici che stimo e con i quali lavoro nel laboratorio artistico VerySeri Lab qui a Milano sono: Tiziano Crisanti (@tiziano.tiziano/Nao), Farouk Elsharkawy (@il.farouk) e Lorenzo Gerletti (@mastro.base).


Grazie mille a Piergiuseppe per aver risposto alle nostre domande, per continuare a seguire lui e la sua produzione artistica, oltre al suo sito già citato, vi lasciamo il suo contatto INSTAGRAM.

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