Gaia Coals

La nostra memoria

Comunità e relazioni, sono due componenti fondamentali. Il centro dei lavori di Gaia Coals sono i luoghi e le persone che li vivono quotidianamente, in una sintesi oggettistica che ne racconti la storia.

Il soggetto nei lavori di Gaia Coals è ‘noi’, in una definizione di memoria collettiva nella quale ognuno si può riconoscere.

PRESENTAZIONE

-Allora… raccontaci un po’ da dove vieni, chi sei, quanti anni hai?
Gaia Coals è un nome d’arte, ho un omonima che fa il mio stesso mestiere.

Ho studiato scultura a Brera per tre anni. Mi sono trasferita ad Anversa, attratta da una facoltà sperimentale d’arte pubblica e site specific.

-Di cosa ti occupi?
Mi dedico allo studio dello spazio in relazione alle persone che lo abitano. Parto conoscendo la storia di entrambe, definendone relazioni ed influenze.

rappresentazione grafica dei suoni
S-partiti, 2021

INTERESSI

-Qual è la forma d’arte che preferisci (da andare a vedere/ a cui assistere: fotografia, pittura, scultura, performance, ecc..)?
La forma d’arte che preferisco sono i concerti.

Il suono non ha preconcetti. Ti fidi di quello che senti e lo rendi tuo. Uso molto i suoni di origine naturale nei miei lavori.

-Come nasce il tuo interesse per la ricerca artistica?
Mi piace la semplicità.

Ho imparato ad ascoltare i luoghi e conoscere le persone che vi abitano. Studio la relazione di cura che si instaura tra i due enti.

rappresentazione grafica dei suoni
S-partiti, 2021

-Da dove ti è venuta l’idea e come ci sei arrivata?
L’ho imparato passeggiando per la città, maturando un linguaggio sintetico che possa parlare dei luoghi e delle persone, mettendone in evidenza quegli elementi caratteristici per raccontarne la storia. Il lavoro che propongo è una sintesi d’identità.

La memoria è la chiave del mio lavoro.

Il mio interesse per le comunità nasce per reazione. Molte persone mettono come soggetto dei propri racconti ‘io e la mia vita’, ciò comporta commenti e giudizi sulle azioni e pensieri. La mia vicenda personale non è particolarmente interessante… il mondo lo è.

Mi piacciono gli strumenti che si muovono da soli sfruttando la fisica. Il mio professore di tecniche della scultura ci mostrò due opere: ‘Pettini del vento” e “L’organo del mare”. Due opere che suonano grazie alla forza della natura.

il suono come ricordo
Reparative Justice, 2022

-Prima di cominciare a lavorare hai già chiara l’idea di come sarà il tuo lavoro?
Oppure è quando cominci che hai un’idea di quello che farai?

L’idea iniziale viene spesso rivalutata, quello che non cambia il concept. Ci sono alcuni elementi fondamentali fissati dall’inizio, i cambiamenti che avvengono sono legati a questioni tecniche.

-Che ruolo svolgono i titoli per te?
I titoli sono una chiave di lettura dell’opera.

interazione con il contesto urbano
Memorial for a block, 2020

-Quale sarebbe il loro significato?
Sono dei ‘giochi’ che ti aiutano a comprendere il concept iniziale. Sono una parodia dell’arte contemporanea.

-Quand’è che senti che un lavoro è finito?
Nel mio lavoro utilizzo elementi vivi che mutano nel tempo, per questo mi è difficile definire un’opera finita.
Nessun luogo è identico a se stesso. Cambiano le relazioni e le dinamiche fisiche, influenzandone le interazioni.

interazione con il contesto urbano
Memorial for a block, 2020

-Ti capita di doverti fermare mentre stai lavorando, perché non hai in casa il tipo di pezzo o di materiale che ti serve?
I materiali possono cambiare, oppure mi adatto con quello che trovo. Realizzo opere di grandi dimensioni e spesso non ho il potere decisionale. Cerco una soluzione che vada bene a me e per chi deve ricevere il lavoro.

-Hai fatto un percorso all’accademia di Belle Arti; come descriveresti questo viaggio, come ti sei trovata? Immaginiamo che questo percorso ti abbia lasciato qualcosa, degli strumenti di lavoro che utilizzi o delle influenze particolari.
Ho frequentato il corso di scultura a Brera.

Conservo le amicizie più belle della mia vita. Un continuo confronto e scambio di idee. Persone con cui condividere dei pezzi di chi sono e cosa voglio. Per me è necessario trovare qualcuno che abbia le mie stesse ispirazioni e desideri, non importano le risposte. Credo sia fondamentale per essere capito.

Dal punto di vista pratico, ho terminato il mio percorso con la consapevolezza del lavoro. Acquisisci la professionalità lavorativa e critica.

esperienza visivo sensoriale
Tras-pare(n)te, 2023

-Qual’è il tuo lavoro che finora è stato più apprezzato? E quale quello che tu preferisci?
Due lavori che sono legati alla mia storia.

-“Ho levigato sassi che avevano il colore del fiume”: è una rete di sassolini del fiume levigati a mano. L’ho iniziato nel 2017 e ripreso l’estate scorsa. Ho tentato di mettere in ordine i miei i ricordi estivi passati a Bobbio. Sono nate le amicizie più importanti. In quei luoghi sono diventata grande e ho vissuto passaggi fondamentali della mia vita.

-“Tourè-nte”: è un giochino nascosto nella cornice di una finestra nella torre, che simula il rumore del fiume.

Sono entrambe opere che vengono apprezzate maggiormente dalle persone che hanno condiviso con me quel pezzetto di vita.

INTERAZIONE CON IL MONDO ESTERNO

-I social sono ormai una piattaforma indispensabile per pubblicare i propri lavori ed essere conosciuti; tu come vivi questa dimensione e quanto la reputi importante per ciò che fai?
I social sono fondamentali per rimanere aggiornati. Ho un portfolio online che conserva i miei lavori, dalla tesi triennale ad oggi. Instagram è un riassunto del mio percorso, propongo una selezione di lavori finiti con la rispettiva componente progettuale.

esperienza visivo sensoriale
Tras-pare(n)te, 2023

-Sei stata a Milano, come ha influito su di te questa città? Il luogo in cui ti trovi ha un’influenza su di te e su ciò che produci?
Milano è la mia città, mi ha fatta crescere con una serie di prospettive ed influenze. Me ne sono andata spesso da Milano e sono sempre tornata.

Milano è una città piena d’arte.

-Quali sono i progetti che non sei ancora riuscita a realizzare?
Il mio progetto non realizzato è raccogliere tutti i miei progetti non realizzati. Ho pensato a tutte le opere della mia vita.

-Cosa significa per te essere artisti oggi?
Essere artisti vuol dire non scegliere.

Posso giocare con il mio punto di vista e rivisitarlo in altri campi. Il mio interesse per gli spazi pubblici e le comunità mi ha permesso di acquisire conoscenze spendibili in altri settori.

-Infine, ci indicheresti tre giovani artisti che stimi ed ammiri che frequentano/hanno frequentato l’Accademia di Brera?
Due miei cari amici: Marta Galbusera e Vincenzo Zancana.

Ringraziamo Gaia per aver risposto alle nostre domande, potete continuare a seguirlo sul suo profilo Instagram.

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